Casa padronale a dominio di numerosi terreni, fu costruita dal padre e dagli zii paterni della Ruffilla Pelagalli.
Il complesso era costituito da un mulino con due macine (ancora visibili), l’una adibita alla produzione di farine per gli animali e l’altra alla produzione di farine per l’alimentazione umana, la fucina del fabbro, il forno, il pollaio, la stalla ed il fienile.
Una piccola dinamo collegata alle pale del mulino, forniva energia elettrica alla casa, quando ancora non vi erano le linee elettriche comunali.
Durante la seconda guerra mondiale, la casa divenne un presidio tedesco lungo la linea gotica.
Il cunicolo che portava l’acqua alle pale del mulino fu determinante per salvare la vita a molti giovani che vi si nascosero durante i rastrellamenti.
Nel 1950, venne costruito l’acquedotto di Greglio e il corso d’acqua che approvvigionava la cisterna del mulino (“il bottaccio”), fu deviato.
Dopo più di 200 anni, il mulino fermò definitivamente le sue pale.
La famiglia scelse di non trasformarlo in elettrico, ma di dedicarsi, oltre all’agricoltura, all’apicoltura.
Il miele da loro prodotto, ancora oggi decantato per la bontà da chiunque lo abbia provato, era molto richiesto e venivano fin da Bologna e da Firenze per acquistarlo.
Autore: martina tarantini
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